Cultura
La cultura yanomami favorisce:
- il lignaggio (famiglia estesa) piuttosto che la famiglia nucleare;
- il villaggio piuttosto che l’individuo;
- l’alleanza con altri lignaggi e gruppi tribali piuttosto che l’isolamento;
- il vantaggio immediato piuttosto che quello futuro;
- l’attacco piuttosto che la difesa;
- la condivisione di alimenti e oggetti piuttosto che lo stoccaggio;
- la cooperazione piuttosto che la competizione.
Il lignaggio Yanomami è patrilineare, formato cioè dai parenti consanguinei che discendono da uno stesso antenato maschile. Quando uno Yanomami si sposa acquista nuovi parenti e nuove responsabilità. Finché vive, il genero dovrà condividere cacciagione e prodotti della sua piantagione con la famiglia del suocero e la nuora aiuterà la suocera finché questa vive. L’appartenenza ad un lignaggio è la carta d’identità di ogni Yanomami.
Organizzazione sociale
Alla riservatezza, gli Yanomami preferiscono la comunitarietà (intimità sociale). Come nel villaggio non ci sono pareti divisorie tra le famiglie nucleari per rendere più sicuro l'ambiente, così la struttura della famiglia nucleare risulterebbe molto fragile senza i legami con altre famiglie di parenti.
Una delle caratteristiche più rivelanti dell'organizzazione sociale degli Yanomami è il sistema di frammentazione dei villaggi che genera nuovi gruppi locali nello spazio di due o tre generazioni.
Le comunità, partite da un unico ceppo, si distanziano, con il tempo, fisicamente e socialmente. È un processo che evita la concentrazione di molti individui e nello stesso tempo permette la conservazione di una rete di relazioni su tutto il territorio[1].
Omâ e Yoasi, modelli dell’uomo yanomami
I due fratelli, Omâ e Yoasi, furono i primi uomini yanomami sulla terra. Omâ era previdente e buon cacciatore, Yoasi, imprevidente e maldestro. Tra gli Yanomami ci sono quindi uomini coraggiosi, cacciatori e uomini meno impavidi e deboli. La virtù più apprezzata è essere coraggioso e intrepido.
L’uomo yanomami è legato al cielo; i suoi aIter ego sono lo sparviero reale, la scimmia ragno, l'urlatrice, il papagallo, il giaguaro. Solo gli uomini (eccezionalmente la donna anziana) possono essere leader e sciamani. Compito degli uomini è andare a caccia, raccogliere i prodotti che crescono sulle piante: frutti di palme, pupunhas, miele, resine.
Yoinani, modello della donna yanomami
Yoinani, è la prima donna yanomami, figlia del mostro acquatico Teperesiki. Un giorno rimase intrappolata tra le reti da pesca di Omâ e Yoasi. Quando la scoprirono, la ripulirono e l’accolsero in casa ed ella divenne la moglie di Omâ.
La donna yanomami è legata alla terra e all’acqua; gli animali che la rappresentano sono il cane della foresta, il tapiro, il pesce...
Suo compito è accudire i figli, raccogliere i prodotti coltivati che crescono nella terra (manioca, taioba, patate dolci) cucinare, tagliare la legna e pulire l’area dove abita la famiglia.
Nomadismo
Una parte della saggezza degli Yanomami è dovuta alla pratica comune di due tipi di nomadismo.
Il primo, che si potrebbe definire micro-emigrazione, è dettato dalla necessità di coltivare nuove terre ogni due o tre anni, il che spiega il dislocamento dei villaggi nel raggio di circa tre chilometri ogni cinque, dieci anni.
Il secondo tipo avviene in tempi più lunghi, su distanze che vanno dai dieci ai trenta chilometri; è provocato dall'esaurirsi delle risorse ambientali in una certa area, ma anche da morti, epidemie o conflitti tra le comunità, tutti fattori che definiscono nuove divisioni geografiche[2].