Opusculum Philippi Beroaldi de terremotu et pestilentia
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Titolo
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Opusculum Philippi Beroaldi de terremotu et pestilentia
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Tipo
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Cinquecentina
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Commento
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310 x 230 ca. mm.
Filippo Beroaldo (il vecchio 1453 – 1505), umanista e accademico italiano, Opusculum de terremotu et pestilentia cum annotamentis Galeni.
Il testo tratta delle calamità naturali concentrandosi in particolare sui terremoti, sulle pestilenze e sul legame tra questi due eventi catastrofici.
In margine al testo sono stampati riferimenti a filosofi, medici e letterati. Sono citati, ad esempio, Anassagora, Anassimene, Aristotele (f. [V]v), Seneca, Plinio, Lucrezio, Alberto (f. [VI]r), Ermete Trismegisto (f. [IX]v), Galeno e Avicenna (f. [XI]r).
Parte del testo è dedicata alla pestilenza (f. [XII]v) ed alle sue cause tra cui: l’acqua corrotta, le esalazioni provenienti dal terreno dopo che il terremoto ha scosso il suolo (f. [XIII]v), la corruzione dell’aria (f. [XIV]r), i venti (f. [XIV]v) ed il ruolo di alcuni animali, come ad esempio i cani (f. [XV]v). Viene poi dato spazio alla descrizione della peste da parte dei poeti (f. [XV]v), nelle opere di Lucrezio e Tucidide (f. [XVI]r) e viene fatto riferimento alla peste di Atene ai tempi di Pericle (f. XVIIv).
L’autore si interroga poi sul ruolo giocato del cibo avariato o troppo scarso nell’insorgere del morbo (f. XVIIv).
L’opera propone infine dei rimedi per prevenire la malattia: vita ed alimentazione frugale (f. XVIIIr), religiosità per non destare l’ira di Dio (f. XIXr) ed utilizzo di piante officinali come l’alloro (f. XXr).
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Informazioni aggiuntive
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Mancano frontespizio originale e data di stampa. Si tratta dell’edizione prodotta a Strasburgo nel 1510 presso Matthia Schürer. La prima edizione a stampa del trattato è quella di Bologna del 1505.
Il testo porta il timbro del possessore “I.B. Zanella Sac.” (f. [I]r) ed è appartenuto al sacerdote Giovanni Battista Zanella (1808-1883).
Nato a Trento, Zanella frequentò prima il ginnasio pubblico, poi il Seminario e fu ordinato sacerdote nel 1832. Divenne parroco di Santa Maria Maggiore nel 1872. Dopo una visita a Cremona, dove il sacerdote Ferrante Aporti aveva fondato uno dei primi asili infantili d'Italia, nel 1842 aprì il primo asilo a Trento. Nel 1859 venne esiliato per un anno dalle autorità austriache a Brescia e poi in Svizzera.
Collezionista di libri ed appassionato di antichità, intrattenne una corrispondenza con Theodor Mommsen e fu autore di un’opera storica sulla chiesa di S. Maria. Alla sua morte donò tutte le sue collezioni al Museo civico di Trento.
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Bibliografia:
• A. Gonzo, Gli incunaboli e le cinquecentine della parrocchia di S. Maria Maggiore di Trento presso la Biblioteca diocesana tridentina “A. Rosmini” di Trento. Catalogo descrittivo, Assessorato alle attività culturali della Provincia Autonoma di Trento, Trento 1988, p. 254;
• Parrocchia di Santa Maria Maggiore in Trento. Inventario dell'archivio storico (1178-1947), a cura di Cooperativa Koinè, Trento 2000.
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ID
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Biblioteca diocesana Vigilianum, S.M.C. 149
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Data
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1510